"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

10 luglio 2017

Liberazione di Mosul: mons. Mouche (arcivescovo), “grande valore per il futuro del nostro Paese”. Difficile il rientro della popolazione

By SIR

“Una bella notizia che assume un grande valore per il futuro del nostro Paese”.
Così mons. Petros Mouche, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, Kirkuk e del Kurdistan commenta al Sir la liberazione di Mosul, seconda città irachena, strappata allo Stato Islamico (Isis) dall’esercito regolare dopo nove mesi di battaglia che lasciano sul terreno macerie e migliaia di persone senza casa.
“Sto rientrando da Mosul – dice al telefono il presule – dove ho incontrato il primo ministro iracheno, Haidar al Abadi. Nel nostro colloquio abbiamo affrontato diversi punti tra cui come favorire il rientro dei cristiani, come garantire la sicurezza e offrire il necessario supporto per i bisogni della popolazione, a cominciare dall’acqua per finire alle scuole. Per il momento, purtroppo, il rientro della popolazione, non solo cristiana, è difficile e ci vorrà del tempo”.
Situazione diversa, invece, nei villaggi cristiani della piana di Ninive dove i rientri sono già cominciati. “L’altro ieri a Qaraqosh sono tornate 320 famiglie – dice mons. Mouche -; ce ne sono delle altre in attesa perché hanno i bambini che aspettano la fine delle lezioni a Erbil dove sono riparate dopo l’invasione dello Stato islamico nel 2014”.