"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

9 giugno 2017

Tre anni dopo, il Patriarca caldeo torna nelle aree di Mosul sottratte alle milizie jihadiste

By Fides

A tre anni esatti dalla conquista di Mosul da parte dei jihadisti dell'auto-proclamato Stato Islamico (Daesh), il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako è potuto tornare prima volta nella metropoli nord-irachena, visitando chiese e monasteri distrutti nella parte della città riconquistata dall'esercito governativo, comprendente i quartieri dislocati alla sinistra del fiume Tigri. Ad accompagnare il Patriarca nella sua visita a Mosul c'eano anche l'Arcivescovo Ramzi Garmou – alla guida dell'arcieparchia caldea di Teheran –, il Vescovo Habib al Nawfali - alla guida della diocesi caldea di Bassora – e Basel Salim Yaldo, Vescovo caldeo ausiliare di Baghdad. Alla delegazione caldea si sono uniti anche alcuni funzionari politici della provincia di Ninive. Il Patriarca caldeo e i suoi accompagnatori hanno potuto visitare diverse chiese e monasteri sparsi in quella parte di Mosul, come la chiesa caldea dello Spirito Santo, il monastero caldeo dedicato a San Giorgio, la chiesa siro-ortodossa di Sant'Efrem e quella siro-cattolica dell'Annunciazione. Tutti i luoghi cristiani visitati sono stati devastati, saccheggiati e in parte anche demoliti durante gli anni dell'occupazione jihadista. Nelle chiese e nei monasteri in rovina, il Patriarca, i Vescovi e i loro accompagnatori hanno pregato insieme.
Durante la loro visita, il Patriarca e i Vescovi caldei hanno incontrato anche il Generale Maggiore Najim Abdullah al Juburi, l'alto ufficiale dell'esercito iracheno che guida l'intera campagna in atto per la liberazione di Mosul. Durante i colloqui avuti col Patriarca e i Vescovi, il Generale ha auspicato un rapido ritorno alle loro case dei cristiani di Mosul fuggiti dalla loro città caduta nelle mani dei jihadisti, riconoscendo che “senza i cristiani la città perderebbe il suo colore e la sua identità originale”. Il militare ha anche confermato l'impegno profuso dall'esercito iracheno per assicurare la protezione di città e villaggi sparsi nella Piana di Ninive, e consentire il ritorno degli abitanti – in maggioranza cristiani – che vi risiedevano prima dell'arrivo dei miliziani di Daesh. Il Patriarca ha richiamato la necessità di proteggere le proprietà dei cristiani sfollati, che in questo momento delicato rischiano di essere espropriate illecitamente da gruppi organizzati, spesso armati, che si muovono senza controllo nell'area.
Durante la loro visita, ampiamente documentata dai media ufficiali del Patriarcato caldeo e anche da Ishtar TV, il Patriarca e i Vescovi caldei hanno potuto constatare che la vita sociale sta lentamente riprendendo nelle aree di Mosul sottratte al controllo dei jihadisti, mentre si continuano a sentire i colpi di artiglieria provenienti dalle zone urbane collocate alla sinistra del Tigri, dove sono ancora in atto i combattimenti tra esercito iracheno e miliziani di Daesh.

La preghiera nella chiesa di San Paolo a Mosul
Il Monastero di San Giorgio a Mosul









Chiesa Siro Ortodossa di Mar Ephrem

Interno della chiesa di San Paolo a Mosul