"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

14 ottobre 2015

Sako, il Patriarca caldeo: "Credo che Dall'Oglio sia vivo"

By In Terris

Ancora speranze sulle sorti del gesuita romano rapito in Siria nel 2013, Paolo Dall’Oglio. Ne è convinto Papa Francesco, che lo scorso luglio ha rilanciato l’appello del Vaticano per la liberazione, e ne è convinto anche il Patriarca di Babilonia dei Caldei Mons. Louis Raphael Sako che oggi, presentando il rapporto sui cristiani perseguitati di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, si è detto fiducioso sulle sorti del missionario.
 “Penso che Paolo Dall’Oglio sia vivo – ha spiegato il Patriarca –. Lui sa muoversi,conosce l’Islam, parla l’arabo, sa come rapportarsi con queste persone”. Nonostante le sue parole, il prelato ha tenuto a precisare di non avere notizie concrete sulle sorti del gesuita.“Era venuto da me, a Kirkuk nel 2013 – ha continuato Mons. Sako – Gli avevo detto di non partire ma non mi ha ascoltato”.

Solo pochi giorni fa è stato liberato il suo collega Jacques Mourad, rapito a maggio nella provincia di Homs, nella Siria centrale. Il sacerdote, priore nel monastero di Mar Elian, è stato per anni protagonista insieme a Dall’Oglio nel dialogo tra Islam e Cristianesimo. Mentre Mourad ha già ricominciato le sue attività nel Paese, non si hanno ancora notizie certe sul gesuita romano.
Speculazioni, spesso provenienti da fonti legate al terrorismo, circolano ciclicamente sulla vicenda Dall’Oglio. Notizie contraddittorie che lo vogliono recluso nelle mani di un gruppo di ribelli piuttosto che di un altro. Le ultime indiscrezioni di qualche mese fa lo vedevano detenuto in una delle prigioni dell’Isis a Raqqa, ma come tutte le altre anche questa notizia non ha trovato conferma.