"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

16 settembre 2015

Così Inghilterra e Francia «discriminano i cristiani» nell’accoglienza dei rifugiati

By Tempi
Leone Grotti

Inghilterra e Francia hanno promesso di accogliere rispettivamente 20 mila e 24 mila migranti, ma le regole stabilite da entrambi i governi «discriminano i cristiani», cioè il gruppo di persone che ha più bisogno di accoglienza.
«CRISTIANI LASCIATI PER ULTIMI».
L’allarme è stato lanciato in Inghilterra dall’ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey, che ha scritto sul Telegraph: «Chi tra noi chiede da mesi compassione per le vittime siriane vive una grande frustrazione perché la comunità cristiana, ancora una volta, viene abbandonata e lasciata per ultima». Il premier David Cameron, infatti, ha annunciato che accoglierà solo chi si trova già in un campo per rifugiati delle Nazioni Unite.
DISCRIMINAZIONE.
«Ma così – continua l’ex primate anglicano – Cameron discrimina inavvertitamente le comunità cristiane, che sono le più colpite dai quei macellai disumani che si fanno chiamare Stato islamico. Non si troverà nessun cristiano nei campi dell’Onu, perché sono stati attaccati e presi di mira dagli islamisti e cacciati da quei campi. Per questo cercano rifugio nelle case private, nelle chiese». Invece che discriminare i cristiani, «l’Inghilterra dovrebbe considerarli una priorità perché sono il gruppo più vulnerabile. Inoltre, noi siamo una nazione cristiana e i cristiani siriani non farebbero fatica a integrarsi. A qualcuno non piacerà quello che sto per dire, ma negli ultimi anni l’immigrazione di massa musulmana in Europa è stata eccessiva e ha portato alla nascita di ghetti che vivono in modo parallelo nella società».
APPELLO DEGLI ANGLICANI.
Dopo la pubblicazione di questo articolo, l’attuale arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha parlato personalmente del problema durante un incontro privato con il premier inglese. A lui ha ripetuto le parole pronunciate lunedì davanti alla Camera dei Lord: «Nei campi dell’Onu è diffusa la radicalizzazione e l’intimidazione. Così, la popolazione cristiana è stata costretta a fuggire dai campi. Qual è la politica del governo per raggiungere anche i profughi che non si trovano nei campi?».
«CONSEGNE PRECISE» IN FRANCIA.
Il problema della discriminazione dei cristiani nell’accoglienza dei rifugiati non riguarda solo l’Inghilterra, ma anche la Francia. L’esperto di Siria all’università di Tours, Frédéric Pichon, ha dichiarato lo scorso 11 settembre su Radio Courtoisie: «Oggi pomeriggio ho parlato con un alto funzionario della Repubblica che lavora nell’accoglienza dei rifugiati e che mi ha detto che potevo ripetere questa cosa a tutti. Quindi colgo l’occasione per farlo: esistono delle precise consegne da parte del governo per ignorare il problema dei cristiani d’Oriente».
INUTILE CHIEDERE VISTI.
Innanzitutto, secondo le informazioni di Pichon, il motivo per cui «cristiani iracheni e siriani attendono da otto mesi un visto all’ambasciata di Francia in Libano» è che «i dossier vengono esaminati da una compagnia privata libanese di proprietà di un musulmano sunnita». Continua: «È un alto funzionario, è un prefetto che me l’ha detto e ha consigliato ai cristiani di non chiedere visti ma di tentare di passare per la Turchia» e poi per le strade illegali percorse da tutti gli altri migranti «se vogliono avere delle chance».
CONTRO IL REGIME.
Ma quali sarebbero le «consegne precise» del governo? «Come mi ha detto il funzionario, il concetto è questo: “Si possono accogliere siriani, ma a condizione che non siano favorevoli al regime [di Assad]”. Sottinteso: se siete alawiti o cristiani, siete considerati pro-regime, e quindi il vostro visto» non arriverà mai.
TRADUTTORI ARABI.
Questo non è l’unico problema. Intervenuto alla stessa trasmissione, Marc Fromager, direttore di “Aide à l’Eglise en détresse”, ha rivelato: «È da anni che in Francia ricevo testimonianze di questo tipo. Ad esempio, i cristiani egiziani che scappano dal loro paese perché sono minacciati. Il loro caso viene affrontato con l’aiuto di traduttori dall’arabo, che sono quasi tutti di origine magrebina musulmana. Stranamente, non capita quasi mai che questi cristiani vengano riconosciuti come aventi diritto all’asilo politico e così sono respinti. Invece, i musulmani vengono accolti molto facilmente. Ci vorrebbero dei traduttori neutri sul piano religioso e che facciano bene il loro lavoro in ogni caso. Era evidente che i cristiani [egiziani] erano in pericolo fisico».