"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

7 febbraio 2015

Arcivescovo di Mosul: falsa la notizia della distruzione della chiesa dell’Immacolata

By Asia News
Joseph Mahmoud

"La notizia della distruzione della chiesa della Vergine Immacolata non è vera". È quanto precisa ad AsiaNews mons. Emil Shimoun Nona, arcivescovo caldeo di Mosul, nel nord, secondo centro per importanza del Paese e prima città a cadere nelle mani delle milizie dello Stato islamico. Ieri alcuni media arabi cristiani e internazionali avevano rilanciato una informativa della polizia di Ninive, secondo cui i jihadisti avrebbero raso al suolo lo storico edificio, uno dei luoghi di culto più grandi e antichi della comunità caldea d'Iraq. 
Raggiunto da AsiaNews durante una pausa dei lavori del Sinodo della Chiesa caldea, in corso in queste ore a Baghdad, mons. Nona informa che "la notizia della chiesa non è vera", così come nei giorni scorsi si era sparsa la voce - anch'essa infondata - dell'uccisione di un sacerdote. Nel giugno scorso la chiesa era finita nel mirino dei jihadisti, che avevano abbattuto e decapitato la statua della Madonna che sormontava la torre-orologio. 
La chiesa della Vergine Immacolata sorgeva sulle vecchie fondamenta del più antico luogo di culto cristiano della città, andato distrutto nei secoli passati, ed era già stato oggetto di attacchi e attentati. Il 17 gennaio 2008 un'autobomba era esplosa davanti alla chiesa, provocando il ferimento di due persone; poco distante dalla chiesa si trova il vecchio episcopio caldeo, attaccato nel 2004.
Mons. Nona è stato il primo a lanciare l'allarme sul pericolo posto dall'avanzata degli islamisti dopo la conquista di Mosul, dove circa 500mila persone - cristiani e musulmani - sono fuggite a inizio giugno per non doversi convertire all'islam estremista e dove è stato fondato un Califfato e imposto la sharia. Da mesi la città è inaccessibile per operatori e stampa internazionale; la stessa comunità cristiana è ormai fuggita e non vi sono più esponenti della minoranza nella zona.