"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

15 maggio 2014

Colosseo spento e una fiaccolata per i cristiani perseguitati nel mondo


Dopo le stragi in Siria e in Africa centrale, una fiaccolata di solidarietà per i cristiani vittime di persecuzioni la sera del 15 maggio al Colosseo. L’ha promossa la Comunità Ebraica di Roma e la Comunità di Sant’Egidio, con il sostegno del sindaco, Ignazio Marino. Le luci dell’Anfiteatro Flavio si spegneranno per accendere i riflettori sulle ultime persecuzioni e fatti di discriminazione.
«In alcune aree del mondo, e in particolare nel Medio Oriente e in Africa e Asia, i rischi che vivono i cristiani che vogliono professare la propria religione sono enormi - ricorda Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica della Capitale - e i massacri si sono verificati anche contro persone che avevano portato viveri e medicine per aiutare le popolazioni locali».

Le persecuzioni
In altre parole «i cristiani sono i primi a pagare un prezzo altissimo quando scoppiano rivolte e tumulti popolari - sottolinea Pacifici -. Quindi spegnere le luci del Colosseo è un gesto importante per svegliare le coscienze, a volte distratte, dell’opinione pubblica e soprattutto dei governi di tutto il mondo che non possono fare finta di nulla, non possono ignorare quello che sta accadendo».
A divulgare gli obiettivi della fiaccolata (che inizia alle 19.45) e contribuire al lavoro di sensibilizzazione in prima linea, in qualità di media partner, hanno aderito il Tg1 Rai, il mensile ebraico d’informazione e cultura «Shalom» e il Corriere della Sera. E sono proprio le ferite e il dolore che persecuzioni e stragi hanno prodotto ad avere spinto la Comunità Ebraica a mobilitarsi: «La nostra storia, e forse la nostra maggiore sensibilità su questi temi, ci ha obbligato a lanciare un grido d’allarme - spiega Pacifici -. Non basta il dovere di ricordare la Shoah: oggi bisogna anche imparare dalle tragedie attuali che non ci colpiscono direttamente. E la mobilitazione deve essere immediata, come ha fatto Matteo Renzi».
Condannare l’odio religioso
In questo senso la presidenza italiana al semestre europeo «potrebbe essere un’occasione per mettere nell’agenda anche questo argomento perchè l’Unione Europea non deve garantire pace e sicurezza solo nel Vecchio Continente - chiede il presidente della Comunità Ebraica di Roma - e spero che tanti cittadini di qualsiasi orientamento religioso possano partecipare insieme a noi alla fiaccolata per lanciare uniti un appello alla pacifica convivenza tra i popoli e di condanna della violenza e dell’odio religioso». In quest’ottica, secondo Pacifici, riveste un ruolo speciale anche il prossimo viaggio di papa Bergoglio in Israele: «La visita del Santo Padre, soprattutto in questo momento, credo che rappresenti un segnale di speranza in un luogo così difficile e anche un monito in tutto il Medio Oriente - fa notare - per garantire la libertà dei cristiani che negli ultimi tempi sono stati perseguitati e perfino crocefissi».
«Vogliamo dire “basta” a ogni forma di fanatismo e di estremismo - recita l’appello promosso dagli organizzatori della fiaccolata - e accenderemo le fiaccole quando si spegneranno le luci del Colosseo per ricordare le vittime dell’odio anti cristiano».