"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

30 aprile 2014

Elezioni parlamentari, Patriarca caldeo: l’inchiostro blu “ha unito tutti gli irakeni”


L'inchiostro blu [la proceduta adottata per certificare l'espressione del voto, ndr] oggi "ha unito idealmente e materialmente tutti gli irakeni"; le votazioni "sono andate molto bene, le procedure sono state molto tranquille. Io stesso mi sono recato al seggio con l'ausiliare e il segretario in un albergo della Zona Verde e l'operazione si è svolta con regolarità". È quanto afferma ad AsiaNews il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako I  commentando a caldo l'esito della giornata elettorale in Iraq. Oltre 22 milioni di cittadini erano chiamati alle urne, per le terze elezioni parlamentari dalla caduta di Saddam Hussein, le prime dal ritiro delle truppe statunitensi. Sua Beatitudine sottolinea il desiderio degli elettori di "scegliere candidati liberarli, non legati all'appartenenza confessionale", oltre che "la presenza di cento cristiani e oltre 80 donne fra i candidati", anche se le aspettative sono ancora "un po' deboli". 
Per Mar Sako il bilancio del voto "è già positivo" perché "abbiamo visto molte persone recarsi ai seggi", vi erano "lunghe code" con persone in attesa di poter esprimere la propria preferenza e questo è indice di "grande partecipazione". "Speriamo che queste elezioni - aggiunge - possano unire anche il cuore degli irakeni, per poter aprire una nuova pagina di riconciliazione e stabilità nel Paese". Una partecipazione confermata anche "dal 91% di votanti fra i membri dell'esercito e della polizia", mentre fra gli emigrati il dato si abbassa a un 20% circa. 
Il Patriarca caldeo riferisce di "una grande partecipazione, "in un'atmosfera di relativa sicurezza ... non ho sentito esplosioni ma gente fare festa e nutrire grandi speranze". I cittadini, conclusa la tornata elettorale, si aspettano "la stesura di una nuova Magna Carta politica, per rinnovare lo Stato e dar vita a nuove infrastrutture, migliorare le scuole e la sanità". L'obiettivo è dar vita a un "progetto di cittadinanza, attraverso parlamentari liberali caratterizzati da una religiosità positiva e dalla presenza di donne". 
Il Primo Ministro Nouri al-Maliki, alla guida di una coalizione sciita e grande favorito della vigilia, spera di conquistare un terzo mandato alla guida del Paese. Imponenti le misure di sicurezza messe in campo, che hanno garantito un regolare svolgimento delle operazioni di voto pur a fronte di sporadici focolai di violenza. Molte strade sono rimaste deserte e la gran parte degli elettori si è dovuta recare al seggio a piedi, per via del divieto alla circolazione volto a impedire attacchi kamikaze o autobomba. L'atmosfera è stata di relativa calma se confrontata alle elezioni del 2010, quando il voto nella capitale Baghdad è stato costellato da una serie di esplosioni. 
Per quanto concerne i risultati, bisognerà invece attendere le prossime settimane; nella precedente tornata elettorale sono serviti 10 mesi per la formazione del nuovo governo e, anche in questo caso, le previsioni della vigilia non sembrano indurre a un maggiore ottimismo. Esperti di politica irakena riferiscono che, con molta probabilità, nessun partito conquisterà una maggioranza assoluta e la formazione del nuovo esecutivo sarà dura anche nel caso in cui l'Alleanza per lo Stato di diritto (al governo) dovesse conquistare il maggior numero di seggi. Il premier ostenta ottimismo e sottolinea che "le nostre aspettative sono alte". "La vittoria è confermata - aggiunge al-Maliki - ma bisognerà vedere quanto ampia essa sarà".