"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

14 febbraio 2014

Il Patriarca Sako: ci vuole una “Lega Caldea”

By Fides

Nel tempo difficile che continua a vivere la nazione irachena, c'è bisogno di dar vita a una “Lega Caldea”: un'associazione per coordinare e favorire il contributo dei caldei alla società civile e aiutare l'Iraq a vincere le derive del settarismo confessionale e etnico. Questa è l'urgenza che il Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphael I Sako esprime in una conversazione con l'Agenzia Fides, delineando obiettivi e caratteristiche di un progetto destinato a prendere forma nei prossimi mesi.
“Come caldei” spiega a Fides il Patriarca Sako “viviamo un tempo di confusione e di incertezza. La nostra presenza nella società è debole, frammentata nel campo della politica, della cultura, dell'azione sociale. Una 'Lega caldea' potrà aiutarci a rendere più concreto e efficace il nostro contributo alla vita civile del Paese”. Il modello è quello di organizzazioni analoghe nate in seno a altre comunità ecclesiali d'Oriente, come la Lega Maronita e la Lega Siriaca. Un'associazione che non diventi strumento diretto dei politici cristiani - che in Iraq militano in liste contrapposte e perseguono spesso interessi particolari - ma cerchi di muoversi su un orizzonte più largo. “L'immagine che ho presente” spiega il Patriarca Sako “è quella di un'élite di laici - professionisti, intellettuali, esperti, persone che hanno ruoli nella vita pubblica – che si coordini e renda più efficace e visibile il contributo civile e umanitario dei caldei a servizio di tutta la società, per costruire ponti tra i cristiani e con tutti gli iracheni non solo sul piano religioso e spirituale, ma anche su quello sociale e civile”.
La proposta è rivolta anche ai caldei della diaspora, e prefigura un'organizzazione legata alla comunità caldea ma senza tutele formali o sostegno economico diretto da parte delle gerarchie ecclesiastiche. “Ci sono tanti cristiani” insiste il Patriarca caldeo “che già lavorano in tante istituzioni pubbliche o in settori importanti come la sanità e l'educazione. Ma il loro contributo al bene comune appare frammentato. E' venuto il tempo di creare un'organizzazione che sappia valorizzare i loro talenti e le loro competenze, al servizio di tutti”.
L'idea di istituire una Lega Caldea, annunciata pubblicamente dal Patriarca Sako nei giorni scorsi, sta raccogliendo adesioni e commenti positivi. Il progetto dovrebbe prendere forma più dettagliata entro l'estate, dopo la probabile celebrazione di un nuovo Sinodo della Chiesa caldea. “L'importante” sottolinea il Patriarca Sako “è vincere la tentazione del nazionalismo cieco e della frammentazione, che stanno mettendo in crisi il Paese: Non dobbiamo imitare i gruppi che si chiudono in se stessi e lottano tra loro. Come caldei, vogliamo collaborare con tutti e essere aperti a tutti”.