"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

4 dicembre 2013

Campagna di intellettuali e politici contro l'esodo dei cristiani

By Fides

Una raccolta no-stop di interventi da parte di intellettuali, giornalisti e politici iracheni per lo più di fede musulmana è stata avviata sul sito www.ankawa.com come contributo per contrastare l'emorragia di cristiani che sta spegnendo le antiche Chiese di radice apostolica presenti in Iraq. La campagna, oltre a fornire occasione di approfondimenti storici e sociologici sul fenomeno dell'esodo a carattere confessionale, dà anche modo ai personaggi coinvolti di offrire soluzioni concrete su come affrontare e frenare il fenomeno.
"Prima dell'invasione americana dell'Iraq” scrive Nuri al-Hamdan nell'intervento di presentazione dell'iniziativa – i cristiani erano più di un milione, mentre ora sono circa 300mila”.
Tra i primi interventi figurano quello del professor Mahdi al-Jaber al Mahdi, secondo il quale “quello che sta accadendo oggi ai cristiani è un campanello d'allarme per tutti coloro che hanno a cuore la prosperità del Paese”.
Mentre il leader politico sciita Ahmed Chalabi auspica che i prossimo governo metta tra le sue priorità il ritorno dei cristiani iracheni emigrati all'estero. Dal canto suo, lo sheikh Abdul Hussein al-Saadi suggerisce alla Santa Sede di intervenire in maniera netta per esortare i cristiani a non lasciare la propria Patria, e auspica che gli organismi internazionali facciano pressioni sugli Stati che con una concessione “mirata” dei permessi di soggiorno favoriscono la fuga dei cristiani dall'Iraq.