"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

27 luglio 2012

Cristiani iracheni in Siria. Come al solito tra due fuochi.

By Baghdadhope*

In un'intervista rilasciata ad Ankawa.com il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, Mons. Shleimun Warduni, ha indicato uno dei problemi che stanno investendo in questi giorni la comunità di profughi cristiani iracheni giunti negli scorsi anni in Siria per fuggire dalle violenze in patria.
Mons. Warduni, costantemente in contatto con il vescovo caldeo di Aleppo. Mons. Antoine Audo, ha infatti ricordato come oltre che rischiare la vita a causa della guerra civile in Siria questi profughi si trovano di fronte ad un dilemma gravissimo. 
Come ha confermato infatti Mons. Warduni a Baghdadhope, molti di loro, infatti, una volta arrivati in Siria hanno fatto domanda presso l'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite per essere dislocati in un paese terzo, di solito occidentale, ed ora devono scegliere: tornare in Iraq considerato per ora e malgrado gli attentati più sicuro della Siria e perdere di  conseguenza l'anzianità nella lista dell'UNHCR o rimanere ma rischiare la vita. 

Come al solito gli iracheni cristiani si trovano a vivere tra due fuochi.
"Stanno vivendo una situazione infernale" ha ricordato a Baghdadhope  Mons. Warduni, "di cui purtroppo noi abbiamo esperienza visto che anche qui in Iraq la pace è lontana, e lo dimostrano i gravissimi attentati di lunedì scorso."

Interrogato se la Chiesa si stia preparando ad accogliere gli iracheni cristiani di ritorno dalla Siria Mons. Warduni ha affermato che per ora "la qestione non è stata ancora affrontata" ma che certamente in caso di necessità la Caritas ed altre associazioni si attiveranno in tal senso.